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Commemorazione della Festa dell’Unità Nazionale e Giornata delle Forze Armate

Domenica 5 novembre 2023 la cittadina di Serra de’ Conti ha celebrato la Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate.

Il 4 Novembre ricorre l’anniversario della conclusione della Grande Guerra, unitamente alla Giornata dedicata alle Forze Armate, le quali ogni giorno difendono e preservano il bene più prezioso: la vita. Celebrare tale giorno è doveroso nei confronti di coloro che hanno sacrificato la propria vita per la pace.

Come da programma, il raduno previsto in piazza Gramsci alle ore 10.30 ha avuto inizio con una breve introduzione del sindaco e la deposizione della corona d’alloro al monumento dei caduti, il tutto animato dalla Centenaria Società Concertistica.

Alla cerimonia, oltre al sindaco, le autorità civili, militari e le associazioni combattenti, hanno preso parte gli alunni delle classi Quinte e Quarte della scuola Primaria G. Leopardi di Serra de’ Conti. Dopo il breve discorso del sindaco Letizia Perticaroli, che ha ricordato quanto la guerra sia ancora oggi una triste realtà per molti popoli e quanto sia importante tutelare e preservare la pace e la democrazia, alcuni alunni di classe quinta hanno letto un brano tratto da “La notte in cui la guerra si fermò” di James Riordan e “La leggenda del Piave”.

Non è avvenuta la consueta sfilata per le vie cittadine. A causa del mal tempo la cerimonia è continuata in Comune presso la Sala Italia.


da "La notte in cui la guerra si fermò" di James Riordan

Era la vigilia di Natale. Tutto a un tratto, verso le nove, uno stranissimo suono fu sospinto dal vento oltre la linea divisoria avvolta nel sonno. Proveniva dalle trincee tedesche; una specie di ronzio, mormorio, brusio strano, come uno sciame di api da miele. Preoccupato e con la fronte aggrottata, Harry si girò verso Jack. “Ahi, cosa diavolo staranno combinando i crucchi, stavolta?” “Potrebbe trattarsi della loro arma segreta, i mosconi ronzanti.” “Aspetta, amico... sembra quasi una cantilena.” Entrambi tesero le orecchie. Mentre il vento si alzava, strani suoni aleggiavano sul campo di battaglia. Un'armonica a bocca, una fisarmonica, pezzi di una canzone.(…) “Astro del ciel, no?” “Sì, che mi venga un colpo. È così. Che sfacciati. Bello fregarci uno dei nostri canti di Natale. Aspetta, facciamogliela vedere noi. (...)” Jack e Harry alzarono la voce, canticchiando a mezza bocca parole quasi dimenticate. Altre voci inglesi si unirono alla melodia, colmando i buchi, alimentando il fuoco del canto, fino a che la musica non riempì l'aria gelida. Terminata la canzone, ci fu un attimo di silenzio prima che giungessero gli applausi dal fronte tedesco, misti a grida di “Bravo, Tommy!” Per non essere da meno, i tedeschi risposero a tono. Prima un'armonica a bocca intonò una strofa e poi le voci si unirono nell'Adeste fidelis. Gli inglesi rimasero in ascolto fino alla fine e si misero anche loro ad applaudire. (…) “Forza ragazzi, possiamo fare di meglio” strillò il sergente maggiore “Maggio” Morris, in fondo alla trincea. “Facciamogli vedere come si canta Astro del ciel per bene.” (…) Prima che il sergente maggiore potesse proseguire oltre, voci inglesi e tedesche si unirono al canto. E i due cori, amici e nemici, cantarono in armonia. (…) Nel silenzio che seguì, nessuno osava spezzare il magico incantesimo. Per un paio di minuti, silenzio di tomba. Poi, a un tratto, risuonò una solitaria voce tedesca: “Ehi Tommy, buon Natale.” “Anche a te, Fritz” strillò Maggio Morris. Su entrambi i fronti, altre voci si unirono: “Merry Christmas!” “Fröhliche Weihnachten!” Poi uno scroscio di applausi e grida festose. (…) Nel buio, una voce si sollevò all'improvviso tra gli auguri. “Ehi, inglesi, che ne dite di una tregua natalizia? Niente più spari, ja?” Le trincee inglesi piombarono nel silenzio. (…) “D'accordo" intonò con forza una voce di baritono. “Affare fatto. Mi assumo io la responsabilità”. Era il sergente maggiore Morris. “Tutti d'accordo, ragazzi?” strillò giù per la trincea. Il fragore che accolse il suo grido conteneva tutti i sentimenti repressi degli uomini. Fu la decisione più democratica di tutta la guerra.


La Leggenda Del Piave o La Canzone Del Piave

Il Piave mormorava calmo e placido al passaggio dei primi fanti il 24 Maggio; l'esercito marciava per raggiunger la frontiera per far contro il nemico una barriera! Muti passaron quella notte i fanti, tacere bisognava e andare avanti. S'udiva intanto dalle amate sponde sommesso e lieve il tripudiar de l'onde. Era un presagio dolce e lusinghiero. Il Piave mormorò: "Non passa lo straniero!" Ma in una notte triste si parlò di un fosco evento e il Piave udiva l'ira e lo sgomento. Ahi, quanta gente ha visto venir giù, lasciare il tetto, poiché il nemico irruppe a Caporetto. Profughi ovunque dai lontani monti, venivano a gremir tutti i suoi ponti. S'udiva allor dalle violate sponde sommesso e triste il mormorio de l'onde. Come un singhiozzo in quell'autunno nero il Piave mormorò: "Ritorna lo straniero!"


 


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