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Stele di Rosetta in basalto nero (196 a.C.), che riporta la stessa inscrizione in greco, in egiziano geroglifico e demotico.  Londra, British Museum.

GEROGLIFICI PITTOGRAMMI SCRITTURA CUNEIFORME DEMOTICO IERATICO ALFABETO FENICIO

 

GEROGLIFICI

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La parola  significa ''sacra incisione''. Sono caratteri di scrittura in uso nell'antico Egitto, in parte ideografici o pittografici (ossia rappresentanti simbolicamente l'idea o l'oggetto), in parte fonetici (ossia rappresentati sottoforma di sillaba o lettera), se ne conoscono 3.000. L'oggetto che si voleva significare veniva rappresentato in forma stilizzata (il sole per esempio, era indicato da un disco). Se ne trovano impressi sui muri dei templi o sullo zoccolo delle statue, oppure possono essere scritti con l'inchiostro sui papiri. Queste figure vengono ancora oggi chiamate impropriamente geroglifici, dal nome greco dato da Clemente Alessandrino "grammata ieroglifica", cioè lettere sacre incise; mentre in realtà non avevano nulla di sacro infatti erano impiegate per qualunque argomento e non limitate al linguaggio religioso. Ma la scrittura geroglifica, pur avendo un numero notevole di ideogrammi, permetteva una  limitata capacità espressiva; non era per esempio possibile trovare un segno che esprimesse parole astratte come bontà o pensiero, nè verbi come attendere o meditare. Per sopperire alla necessità di una più ampia espressione scritta fu adottato un sistema acrofonico di scrittura. Ogni rappresentazione ideogrammatica possibile aveva un suono corrispondente, per esempio:  l'ideogramma della parola casa corrispondeva al suono "per". Questo suono acquistò il valore di una sillaba e fu usato per comporre parole che non potevano avere un'espressione ideogrammatica, in cui appunto ricorresse il suono "per". Si estendevano così le possibilità di espressione della scrittura ideogrammatica. La scrittura ieratica, usata nei manoscritti, è una abbreviazione corsiva dei geroglifici. Ulteriormente abbreviata e facilitata ad uso popolare è la scrittura demotica. La chiave per decifrare i geroglifici fu trovata dal francese J-F Champillion nel XIX secolo in seguito alla scoperta di una iscrizione ( STELE DI ROSETTA)  redatta in tre alfabeti: geroglifico, demotico e greco.

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PITTOGRAMMI

Furono i sacerdoti sumeri ad avere l'idea di tracciare con una canna sottile su tavolette di argilla fresca dei segni che registrassero i beni di transito. Più avanti i segni divennero più schematici (pittogrammi). I  pittogrammi sono un mezzo di comunicazione del pensiero che presso i popoli primitivi sostituisce l'uso della scrittura e che non di rado assume anche un significato simbolico, rituale e di propiziazione magica. In uso presso i pellirosse che usano tramandare la storia della tribù per mezzo di figure umane e di animali dipinte su pelli di bisonte.

SCRITTURA CUNEIFORME

La scrittura cuneiforme è un tipo di scrittura orientale i cui segni erano una combinazione di tratti a forma di cuneo, e venivano incisi con uno stilo triangolare su tavolette di  molle argilla. Di questi segni alcuni sono rappresentativi, altri simbolici, altri ancora fonetici con il valore di una sillaba. La scrittura dapprima sillabica, poi divenne alfabetica. Fu usata dai Caldei, dagli Assiri e dai Persiani.(collegamento o nota)   Fu interpretata per la prima volta dal Rawlinson (controllare). Il nome di Scrittura Cuneiforme deriva da tre ossa del piede ( ossa cuneiformi ) appartenenti al tarso anteriore, incastrate come cunei tra lo scafoide, il cuboide e i primi quattro metatarsi, si chiamano: 1° cuneiforme, 2° cuneiforme, 3° cuneiforme partendo dal margine interno del piede.

IERATICO

Scrittura degli antichi Egizi. La scrittura ieratica deriva da una semplificazione di quella geroglifica ad opera dei sacerdoti dell' antico Egitto. Da questa deriva la scrittura demotica.                                           

DEMOTICO

Scrittura corsiva egiziana, ad uso popolare, usata dal VIII secolo a. C. al V secolo d.C. Deriva dalla scrittura ieratica per abbreviazione e semplificazone. Se ne distinguono tre periodi degli Psametici, Tolomei e del periodo della dominazioe greca.

ALFABETO FENICIO

La civiltà dei Fenici ha lasciato tracce molto importanti nella nostra storia. Le acque del Mediterraneo orientale bagnano una striscia di terra molto montuosa, lunga e stretta nella quale si stabilirono i Fenici. Il terreno offriva scarse possibilità di lavoro. Le foreste dei monti erano ricche di cedri e fornivano legno per costruire imbarcazioni. Così i Fenici divennero marinai e, col tempo, i veri padroni del Mediterraneo. Furono i navigatori fenici ad inventare l'alfabeto, una serie di ventidue segni con i quali esprimevano i suoni del linguaggio umano.

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alfabeto fenicio

Questo alfabeto è alla base sia dell'alfabeto greco che di quello romano e, attraverso essi, di tutti gli alfabeti dell'occidente e di quelli orientali: aramaico, persiano, indiano, ecc. La più antica iscrizione in alfabeto fenicio risale a 1500 anni a.C. ed è stata scoperta sul sarcofago di Ahiram, re della città fenicia Biblos, contemporaneo di Mosè.                                                      Alcune iscrizioni scoperte all' inizio del nostro secolo hanno mostrato come, precedentemente ai fenici, un rudimentale alfabeto fosse in uso presso i semiti del Sinai,(nota esplicativa) i quali l'avevano derivato da un addattamento alla loro lingua del sistema acrofonico egiziano. Non sappiamo quale influsso questi Sinaiti abbiano avuto sui Fenici; la tradizione classica attribuisce però a questi ultimi tempi l'invenzione di una scrittura fenicia, cioè costituita da segni ognuno dei quali era corrispondente ad un suono della lingua parlata. L'esiguo numero, 22, delle lettere e la possibilità di scrivere chiaramente ogni parola diede all'alfabeto fenicio una diffusione rapida e larghissima che causò l'abbandono dei geroglifici e dei cuneiformi così complicati e di dubbia interpretazione. I caratteri inoltre tendevano alla forma corsiva, più pratica di quella lapidaria delle altre scritture, per l'uso non più di incidere su materiale duro, ma di impiegare pennelli intinti d' inchiostro con cui si vergavano i papiri. Si ignora l'epoca di formazione di questo tipo di scrittura; certamente è da collocare prima del secolo XIII a. C., perchè di quel tempo era la più antica iscrizione funeraria rinvenuta negli scavi della città fenicia di Byblos. Le lettere fenicie presentavano però l'inconveniente di indicare le sole consonanti, essendo sempre sottintese le vocali. Fra i popoli che la adottarono (Numidi, Samaritani, Ebrei, Aramei) e che le rielaborarono, per prime le popolazioni Arabe del Sud e poi gli Etiopi sentirono, soprattutto per ragioni religiose di una corretta lettura e interpretazione dei testi sacri, il bisogno di indicare le vocali con punti posti sopra oppure sotto i caratteri delle singole consonanti.

GLI SCRIBI

Gli scribi collaborano con il faraone; vengono mandati in tutto l'Egitto per sorvegliare i raccolti e la costruzione dei templi. A volte vanno in missione nel deserto da dove tornano con materie preziose.

COME SI  DIVENTA UNO SCRIBA?

Bisogna saper leggere, scrivere e far di conto. Ci vuole anche una certa dose di coraggio, perché i maestri sono molto severi e picchiano gli allievi negligenti! Gli Egiziani scrivono su papiro rotoli di carta molto sottili; gli alunni scrivono su cocci.

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SCRIBA

Lo scriba era un copista e uno scrivano dell'antichità. In particolare, presso gli antichi Ebrei, gli incaricati della trascrizione della legge (Torah), di cui divennero subito interpreti e gelosi custodi; acquistarono perciò funzioni di giudici, avvocati e sacerdoti. Generalmente parteggiavano per i Farisei.
Il lavoro dello scriba consisteva nella redazione dei registri delle entrate e delle uscite presso i magazzini  di corte o presso i granai dei grandi santuari. Egli affiancava il monarca nella riscossione delle imposte nelle varie provincie del regno. Le arti figurative ritraggono spesso lo scriba seduto, nella tradizionale posizione a gambe incrociate, con il rotolo di papiro aperto sulle ginocchia e il calamo in mano; accanto a lui è poggiato l'astuccio di legno in cui venivano conservati gli stili e che serviva da tavolozza per preparare i colori. L'abbigliamento distingue lo scriba dalla gente comune; egli indossa sempre il gonnellino corto trapezoidale e porta i capelli tagliati corti a calotta. Oltre che contabili, gli scribi erano anche veri e propri intellettuali; ad essi si deve la composizione delle opere letterarie che i papiri ci hanno tramandato.

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